Sigilli alla Lidl

E stamattina sono arrivati i sigilli. Via dell’Acqua Bullicante, il nuovissimo discount Lidl è transennato, vuoto il mega parcheggio. A bloccare quell’edificio, questa volta, è la Procura, sequestro penale per due reati, art. 44 del Dpl 380701 e 323 c.p,). Insomma, come i cittadini che si sono mobilitati per tempo, a cantiere appena iniziato, c’era qualcosa che non andava in quella concessione edilizia.

Certo, Lidl è potente. La multinazionale tedesca sta avanzando a larghi passi su Roma. E’ sponsor della nazionale di calcio, gode buona stampa in Italia (in Germania però è stata pesantemente contestata per l’organizzazione interna e la gestione del lavoro: in “Germania anni dieci. Faccia a faccia con il mondo del lavoro” Günter Wallraff racconta come si lavora in un’azienda che lavora esclusivamente per Lidl).

Intanto è chiuso il nuovo capannone, a cui sono stati sacrificati gli alberi che ombreggiavano la strada: anche per questo sabato scorso, a contestare l’apertura dello stabilimento, un gruppo di cittadini con le sagome di alberi si è presentato a volantinare davanti all’ingresso. Ricordate la profezia delle Streghe del Macbeth? “Macbeth non sarà vinto / fino a quando di Birnam la foresta / non moverà verso il colle di Dùnsinane / contro di lui”.

Macbeth-Lidl non è ancora vinto, ma c’è del marcio in Danimarca. Il fatto è che la licenza per quella costruzione, che cementifica e impermeabilizza un’altra preziosa porzione di verde, dovrebbe essere vincolata, a stare al testo che stende una protezione paesaggistica sul comprensorio Ad duas lauros. Ma l’attuale funzionaria della soprintendenza garantisce che no, l’area è libera da vincoli, ma nega a cittadini e associazioni come Italia nostra l’accesso alle relazioni archeologiche. Si sa infatti che durante gli scavi del cantiere sono stati ritrovati vie e selciati, grotte e ipogei.

In più, il Piano Casa utilizzato per ottenere la concessione e il cambio di destinazione d’uso da artigianale a commerciale prevede che tutte le attività dovrebbero essere cessate entro il 2010, invece si ha notizia di alcune attività ancora attive nel 2014.

Tenacemente cocciutamente i cittadini hanno protestato, si sono appellati a Comune, Municipio, Regione; presentato esposti in Procura e al Tar per chiedere intanto la sospensione dei lavori; fatto picchetti all’alba per impedire l’ingresso delle macchine pesanti; organizzato manifestazioni e cortei per il quartiere, molto partecipato quello del 19 dicembre. A supermercato inaugurato infine l’ultima protesta: qui c’erano alberi, ora c’è cemento e Co2.

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Torpignattara è un quartiere dove le centraline del monitoraggio atmosferico sfornano dati sempre più allarmanti, e via dell’Acqua Bulicante mette in collegamento Casilino e Prenestino, due zone con la densità abitativa più alta. Quel pezzetto di verde avrebbe potuto essere un parco, un campo giochi, un campo di bocce, una palestra all’aperto in una zona dove l’arrivo della metropolitana C ha trasformato le poche piazze verdi in spianate di asfalto e travertino. Un posto per bambini, ragazzi, anziani, donne. Persone, non merci.

Il comitato “No cemento a Roma est” intanto fa notare che “E’ inaccettabile che un privato possa costruire un’opera di simili dimensioni senza alcun rispetto per la tutela della salute degli abitanti e le regole urbanistiche ed altrettanto inaccettabile che cittadini e realtà territoriali siano stati ripetutamente e sistematicamente ignorati e dileggiati dalle istituzioni competenti, e lasciati soli a fronteggiare arroganza e provocazioni degli speculatori nei presidi che quotidianamente hanno organizzato per tutelare il verde e la salute nel quartiere”. E invita a un’assemblea pubblica davanti alla Lidl, venerdì alle 18, con “Berta Caceres nel cuore”, la militante pro-foreste uccisa nei giorni scorsi in Honduras.

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