Lidl, si ferma il cantiere mangia-alberi

Chi lotta lo sa, bisogna avere molta pazienza. Spesso vale la pena. Lo sanno quelli del comitato di quartiere Pigneto Prenestino, che dopo anni di lotta hanno ottenuto un parco pubblico – il Parco delle Energie – e ora stanno salvando il lago dell’ex Snia, nato da un tentativo di speculazione mal riuscito che ora è un miracolo naturale “in mezzo al mare di cemento”, come cantano gli Assalti frontali.

Succede che si vince, qualche volta, e le ruspe si fermano. E’ successo stasera, durante un incontro tra il coordinamento “No cemento a Roma est” (che raccoglie cittadini e e associazioni e comitati) e gli amministratori di regione e municipio. Oggetto del contendere, il cantiere per la costruzione di un supermercato Lidl in via dell’Acqua Bullicante (ne ho parlato qui) in una zona vincolata e comunque fitta di costruzioni, senza verde pubblico. Le ruspe del cantiere hanno abbattuto gli alberi – un boschetto – e molti dei capannoni artigianali, alcuni dei quali costruiti con dovizia di amianto.

Lidl taglia gli alberi, ha tambureggiato il primo tam tam: poi i militanti hanno cercato le carte, hanno studiato, hanno portato il loro dossier davanti al cantiere e si sono fermati lì, per giorni, picchettando il cancello per non far entrare i tir con le ruspe e le benne.

Poi hanno ottenuto un incontro con comune, regione e municipio e hanno esposto le loro deduzioni. Innanzitutto il vincolo “Ad duas lauros”, che si stende in larga parte del comprensorio Casilino dal 1995: anche lì, in quel cantiere. Lo dice il testo di apposizione del vincolo, sbaglia chi ha disegnato la carta di piano usata per dare la licenza edilizia. Mica l’hanno scoperto i supertecnici dell’amministrazione, lo hanno fatto i cittadini. E non è l’unica magagna.

Nella conferenza dei servizi che ha dato il via libera al cantiere ci sono anche altre incongruenze: le prescrizioni chieste dalla regione e non tutte  discusse, come dice il verbale, un’omissione pesante. Quei condoni concessi tutti insieme a fine 2014, la dichiarazione che le attività fossero chiuse prima del 2010 e invece per alcuni artigiani fosse continuata fino a pochi mesi fa. Quell’amianto che chi si affaccia sul cantiere denuncia non sia stato smaltito a norma, in modo da mettere in pericolo, oltre agli operai anche gli abitanti… Infine, ed è il dato che agli amministratori del territorio avrebbe dovuto balzare agli occhi, un ennesimo discount in una zona già ben servita e affogata di traffico circondato da un mare di parcheggi che attirerebbero ancora più traffico, e già ora le centraline superano ogni anno i dati per le polveri sottili, da cui  malattie croniche alle vie respiratorie, allergie, tumori.

Le ruspe, che da due giorni sono tornate al lavoro dopo la sospensione di quindici giorni fa, si fermeranno: lo ha assicurato il presidente del Municipio Palmieri. La sua ordinanza parla di problemi di sicurezza e ordine pubblico, la sospensione cautelativa durerà fino alla fine dell’iter di revoca della concessione edilizia. La Asl farà un sopralluogo per controllare la questione dell’amianto, la regione e il comune controlleranno le carte, “E’ acclarato infatti che l’area su cui insiste il cantiere è all’interno del vincolo paesaggistico”. Il responsabile della Regione ha ribadito che gli uffici regionali procederanno alla modifica delle carte con l’approvazione definitiva del piano paesistico.

Un passo avanti, ne serviranno molti altri. Per il ripristino delle alberature, intanto: per la bonifica dell’area e la rimozione delle macerie, con amianto o senza, e per l’apertura di uno spazio verde in quartiere gonfio di smog, fitto di palazzi, soffocato dalle auto. Intanto si fermi il cantiere, il resto seguirà. Un passo dopo l’altro, con determinazione e pazienza.

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